Diagnosi e trattamento del disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD)

L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) è un disturbo evolutivo a base neurobiologica, caratterizzato da deficit di attenzione, impulsività e iperattività.

Si manifesta durante l’infanzia e, poiché è a base neurobiologica, non scompare mai del tutto nel corso della vita, ma può assumere espressioni diverse. Ad esempio durante gli anni della scuola dell’infanzia e della primaria possono risultare più evidenti gli aspetti di impulsività e di irrequietezza, mentre durante la scuola secondaria può essere più evidente l’aspetto di disattenzione.

Ciò che colpisce nei bambini con ADHD è che appare eccessivo sia il movimento fisico sia la difficoltà di stare attenti, al confronto con le manifestazioni degli stessi aspetti negli altri bambini. E tali atteggiamenti diventano un ostacolo all’adattamento verso l’ambiente in cui il bambino vive.

L’aspetto della disattenzione si manifesta con la difficoltà a mantenere la concentrazione o a stare su un’attività per un tempo che risulti adeguato all’età del bambino, in un determinato contesto.

L’impulsività si manifesta nella difficoltà di rimandare la gratificazione e\o nella fatica di inibire un comportamento inadeguato al contesto, come se il bambino non riuscisse ad immaginare le conseguenze del proprio comportamento.

Infine, l’iperattività si riferisce ad un livello di attività verbale e\o di movimento eccessiva. Spesso si osserva la difficoltà del bambino iperattivo, sempre in relazione all’età, a rimanere seduto al proprio posto, a rispettare le regole, i tempi e gli spazi dei coetanei.

Dal punto di visto diagnostico, si possono distinguere tre tipi di ADHD: un tipo prevalentemente disattento, uno prevalentemente impulsivo/iperattivo e uno combinato.

Tutti i bambini in determinate circostanze manifestano questi comportamenti: la differenza consiste nel fatto che il bambino con ADHD manifesta in tutti i contesti tali comportamenti persistenti, nelle varie situazioni e rappresentano una caratteristica costante.

Tali caratteristiche spesso compromettono il rendimento a livello scolastico proprio per la difficoltà a mantenere la concentrazione e a controllare gli impulsi. Inoltre, questi bambini faticano a cogliere quegli aspetti di regolazione sociale non verbali, per cui spesso vi sono difficoltà nell’interazione con i pari. Infine, la situazione a volte è resa più complessa dalla presenza in comorbilità di altri disturbi come ad esempio il Disturbo Specifico dell’Apprendimento, il Disturbo Oppositivo Provocatorio, disturbi d’ansia e dell’umore.

Pur non disponendo di dati precisi rispetto all’epidemiologia del disturbo in Italia, il DSM-5 definisce la prevalenza del disturbo nei bambini intorno al 5%, con un’incidenza maggiore, in un rapporto di 6 a 1, soprattutto nei maschi.

Il bambino con ADHD riesce comunque a prestare attenzione e a mantenere il controllo motorio in attività ludiche e coinvolgenti anche per tempi lunghi, e gli aspetti caratteristici di disattenzione, impulsività e iperattività possono essere maggiormente tenuti sotto controllo nella relazione uno a uno con l’adulto.

La diagnosi di questo disturbo è prevalentemente clinica, cioè si basa soprattutto sull’osservazione nel contesto clinico e sull’adattamento nei contesti quotidiani, in quanto non esistono prove neuropsicologiche che ne indichino con certezza la presenza, pur essendo tali prove utili a capire qual sia il profilo di funzionamento di quel determinato bambino e a fare delle specifiche ipotesi di trattamento.

Quali sono i principali interventi suggeriti con i bambini o ragazzi che presentano questo disturbo?

Attualmente vengono proposti degli interventi di tipo psicoeducativo che aiutano a modificare il comportamento e ad insegnare l’autocontrollo (Training Autoregolativi), dei percorsi di Parent Training di sostegno ai genitori e, in alcuni casi, viene suggerito un trattamento farmacologico. L’intervento che si è dimostrato maggiormente efficace è quello multimodale, in cui l’esperto o l’equipe di esperti lavora con il bambino, con la famiglia e con gli insegnanti della scuola, creando così una sinergia di obiettivi e di modalità educative negli ambienti da lui frequentati.

Circolare Miur ADHD (15/06/2010, prot. 4089)
Circolare Ministeriale ADHD (04/12/2009, prot. 6013)